I PROMESSI SPOSI ALLA PROVA

di Giovanni Testori
drammaturgia di Sandro Lombardi Federico Tiezzi
regia Federico Tiezzi

Il maestro                      Sandro Lombardi
L'attore che fa Renzo        Francesco Colella
L'attrice che fa Lucia        Debora Zuin
L'attrice che fa Agnese     Marion D'Amburgo
L'attrice che fa Perpetua   Caterina Simonelli
L'attore che fa Egidio       Alessandro Schiavo
L'attore che fa don Rodrigo Massimo Verdastro
L'attrice che fa Gertrude    Iaia Forte

scene Pier Paolo Bisleri
costumi Giovanna Buzzi
luci Gianni Pollini
regista assistente Giovanni Scandella
maestro di canto Francesca della Monica 

produzione Teatro Metastasio - Stabile della Toscana/Teatro Stabile di Torino/Compagnia Sandro Lombardi

  • dal 26/10/2010 - al 14/11/2010 Teatro Grassi - Milano (MI)
  • il 15/11/2010 Teatro Comunale di Lecco - Lecco (LC)
  • dal 17/11/2010 - al 21/11/2010 Teatro Rossetti - Trieste (TS)
  • dal 23/11/2010 - al 28/11/2010 Teatro Metastasio - Prato (PO)
  • il 30/11/2010 Teatro Comunale Raffaello Sanzio - Urbino (PU)
  • dal 02/12/2010 - al 05/12/2010 Teatro Muse - Ancona (AN)
  • dal 07/12/2010 - al 19/12/2010 Carignano - Torino (TO)
  • dal 12/01/2011 - al 23/01/2011 Teatro Mercadante - Napoli (NA)
  • il 25/01/2011 (Essevuteatro) / Teatro Signorelli - Cortona (AR)
  • dal 27/01/2011 - al 30/01/2011 Teatro Alighieri - Ravenna (RA)
  • dal 01/02/2011 - al 06/02/2011 Teatro Corte - Genova (GE)
  • dal 10/02/2011 - al 13/02/2011 Teatro Arena - Bologna (BO)
  • dal 16/02/2011 - al 20/02/2011 Teatro Storchi - Modena (MO)
  • dal 22/02/2011 - al 06/03/2011 Teatro India - Roma (RM)
  • il 07/03/2011 Cinema Teatro Metropolitan - Piombino (LI)
  • il 09/03/2011 Teatro degli Industri - Grosseto (GR)
  • il 10/03/2011 Barga (LU)
  • dal 11/03/2011 - al 13/03/2011 Teatro Guglielmi - Massa (MS)
  • dal 16/03/2011 - al 20/03/2011 Teatro Piccinni - Bari (BA)
Su un palcoscenico di fortuna, è da supporre in qualche quartiere non proprio "bene" di Milano, un Maestro, capocomico all'antica, si affanna a far interpretare a un gruppo di attori comicamente scalcagnati nientemeno che il capolavoro di Manzoni.
Così iniziano I promesi sposi alla prova, testo con cui nel 1984 Giovanni Testori, dopo le riscritture da Shakespeare e da Sofocle, approda a questo suo inevitabile traguardo.
Interesse principale dell'autore è quello di fare del romanzo uno "specchio" in cui riflettere i suoi "anni tribolatissimi" che, a ben vedere, sono anche i nostri. Quante pesti ci affliggono! quella del degrado dell'ambiente, dell'indurimento dei cuori, dell'omologazione delle coscienze, dell'allontanamento graduale dalla realtà, dell'incapacità di vedere la trasformabilità della società.
Soprattutto la peste della chiusura alla diversità, alla comunicazione, al mondo.
Ed è al desiderio di aprire gli occhi sulla realtà (e con lo strumento dell'umorismo manzoniano) che gli interventi testoriani si appigliano per dissezionare i nuclei narrativi originari e ricomporli in parabole insieme sceniche e morali.
A differenza delle sue reinvenzioni scespiriane, sin dal titolo segnalate da una deformazione linguistica (L'AmbletoMacbeth), in questo caso resta intatta, quasi fosse intangibile, la formula manzoniana; vi si aggiunge solo la specificazione: "alla prova". In queste due parole sta non solo l'indicazione che il romanzo verrà spinto nel territorio del teatro; ma tutta l'immensa portata dell'intera opera, e forse dell'intera vita, di Testori: la verifica dei propri amori, delle proprie passioni umane e culturali: "mettere alla prova"...

Del resto, il "mettere alla prova" è, in tutti i sensi, il cuore del lavoro registico, nel doppio senso di "mettere in prova" la praticabilità teatrale di un testo o comunque di un'ipotesi scenica, e di "verificare" la sua tenuta in una situazione storica mutata. E su queste premesse si basa il lavoro di Tiezzi: non una spiegazione del romanzo ma, come desiderava Testori, una "lezione e un monito" perché I Promessi Sposi sono "il romanzo della storia, e il popolo incarna questa storia nella libertà più assoluta".
In una struttura pirandelliana simile a quella dei Sei personaggi in cerca d'autore, su di un palcoscenico nudo, si svolge la prova di una "commedia da fare" dove ai temi di riflessione sul teatro e sui suoi modi comunicativi, si mescolano i grandi motivi manzoniani della pietà, della grazia, del male e della morte, della Provvidenza e della salvezza. Don Abbondio, Renzo, Lucia, fra Cristoforo, l'Innominato, don Rodrigo tornano a noi attraverso il corpo e la voce dei protagonisti della "prova" in un mescolamento di azioni e di ruoli di grande vivacità teatrale.
Con questo spettacolo Tiezzi affronta insieme Testori e Manzoni, al fine di dire anche una parola non retorica ma che parta dal basso, dagli umili, dai diseredati, da coloro che identificano la vita con il rispetto del prossimo, del mondo e della storia - una parola relativa al centocinquantesimo anniversario dell‘Unità d'Italia, quella unità che Manzoni contribuì a creare dal punto di vista linguistico-letterario, innestando la tradizione lombarda in quella toscana. Unità della lingua come unità di una nazione: la cultura non è qualcosa di separato dalla storia ma addirittura la determina.
Nella teatrografia di Federico Tiezzi, questiPromessi sposi alla prova vengono a costituire un ideale dittico con il Simon Boccanegrarecentemente diretto alla Staatsoper di Berlino e poi alla Scala: Verdi e Manzoni  hanno contribuito "da artisti", e come mai nessun altro artista, all'unità della nazione.
I promessi sposi alla prova saranno in tournée fino a marzo 2011 in molte città italiane tra cui Prato, Trieste, Ancona, Roma, Torino, Napoli, Genova, Bologna.