L'ASINO D'ORO SECONDO COLELLA - di Arianna Lamanna

13 MAGGIO 2010

Al teatro Politeama la trasposizione teatrale dell'opera di Apuleio

« Lettore, presta attenzione: ti divertirai » (Apuleio, Le metamorfosi) ed è su questa linea che il pubblico del Teatro Politeama di Catanzaro ha accolto con grande interesse lo spettacolo “L’asino d’oro” di e con Francesco Colella: originario di Catanzaro, è un attore di grande talento avvalorato da prestigiose esperienze nel panorama teatrale italiano, grazie alla nutrita passione per il teatro coltivata fin da ragazzino quando frequentava ..la Scuola.. di teatro Enzo Corea, ha poi proseguito gli studi presso l’Accademia d’Arte drammatica Silvio D’Amico a Roma, da alcuni anni lavora al Teatro Piccolo di Milano ed è uno degli attori prediletti del maestro Luca Ronconi. Per la prima volta Francesco Colella ha portato nella sua città natale uno spettacolo che mette in scena l’opera più famosa di Lucio Apuleio: “L’asino d’oro” con la regia di Francesco Lagi, le scene e i costumi di Margherita Baldoni e le musiche originali di Giuseppe D’Amato e Linz. Questa messa in scena è stata preceduta da un’importante tappa presso l’Università di Bologna con una prolusione di Umberto Eco dal titolo “Animal ex anima. L’anima degli animali”, il quale dopo aver assistito al monologo di Colella ha espresso grande ammirazione. L'asino d'oro, opera del del II sec. a.C., racconta le avventure di Lucio, trasformato per incanto in asino, ritornerà uomo dopo un percorso di conoscenza che lo guida dalla fase giovanile a quella adulta. La favola si svolge come da tradizione, tessendo relazioni fra gli dei e gli uomini, in un magico intreccio fra natura animale e umana. L’opera scritta nello ‘stile orale’ dove il narratore è presente nella storia come personaggio, fonte diretta che ha vissuto in prima persona i fatti. E in effetti nella trasposizione teatrale di questo spettacolo scritto da Colella e Lagi, il romanzo originario muta intelligentemente in monologo teatrale, senza però intaccare l’essenza poetica dell’opera antica: la drammaturgia presenta una scrittura fluida, passando dalla prima alla terza persona, ritornando abilmente alla prima. Tenuto conto che la narrazione in soggettiva, non è cosa semplice, brilla in questo monologo l’interpretazione di Francesco Colella come “un uomo abitato da tante voci”: mentre narra la storia di Lucio incrocia vari personaggi rappresentandoli tutti in un magnifico ritmo di immedesimazioni come continue incarnazioni che si alternano spesso in modo interlocutorio con il pubblico, quasi da teatro di contatto. Inoltre c’è da aggiungere che Colella ha mostrato tutta la sua abilità tecnica vocale nella scelta di recitare a ‘voce nuda’, senza l’ausilio del microfono, troppo usato oggigiorno in teatro a discapito però delle tecniche peculiari del teatro stesso. Il pubblico del Politeama ha premiato con grande ovazione lo spettacolo dell’artista catanzarese che speriamo di rivedere più spesso calcare anche i grandi teatri calabresi.
Arianna Lamanna (arialibera)

CATANZARO 11 MAGGIO 2010: UN EVENTO ANNUNCIATO















































"Sulla precaria identità dell'uomo...!"

Terramara, il blog Journal d’informazione indipendente, a firma di Mario Casaburi, titola così l'evento che ha portato Francesco Colella al Politeama di Catanzaro.


"E' il messaggio contenuto ne, “L’asino d’oro”, la più importante opera di Apuleio, messa in scena ieri sera, al teatro Politeama, grazie all'ottima prova dell'attore, Francesco Colella, e del regista, Francesco Lagi. Ottima l'intuizione di trasformare il romanzo in un monologo preceduto dalla lezione "Animal ex anima" di Umberto Eco.

E’ partito dall’Aula Magna di Santa Lucia dell’Università di Bologna l’appuntamento con le letture e riletture dei testi classici. All’apertura, affidata a Umberto Ecocon la lezioneAnimal ex animaL’anima degli animali”, è seguito un momento di teatro, registaFrancesco Lagi con Francesco Colella, chesotto forma di monologo, ha recitato alcuni brani  .
Lo spettacolo è proseguito l’11 maggio, al teatro “Politeama” di Catanzaro, dove, presente un pubblico attento e partecipe, molti i giovani, Colella, attore con una lunga esperienza teatrale con il Maestro Luca Ronconi, ha offerto una eccezionale prova.
A regista e protagonista abbiamo chiesto: Come avete trasformato un romanzo,L’asino d’oro”,  in un monologo teatrale?
“Abbiamo iniziato a leggerlo insieme e mentre lo leggevamo - ha spiegato Colella - abbiamo cercato di identificare un plot, un percorso poetico all’interno del testo. Abbiamo voluto il più possibile non tradire, nella trasposizione, lo spirito dell’opera. L’idea è stata quella di rendere la narrazione in soggettiva. L’attore è il protagonista, Lucio, e con lo scorrere della storia si imbatte nei vari personaggi via via incarnandoli: un uomo abitato da tante voci. Abbiamo quindi messo a punto una scrittura fluida, liquida, che passa senza soluzione di continuità dalla prima alla terza persona e poi di nuovo alla prima”.
Offrire al pubblico di oggi un classico è particolarmente impegnativo e difficile. Colella e Lagi hanno lavorato con grande sensibilità, evitando consapevolmente i pericoli di un’attualizzazione astorica e antistorica dell’opera di Apuleio.
“C’è poco da attualizzare in realtà. I classici - ha osservato l’attore - contengono un mistero che va rispettato: c’è una distanza tra il mondo dei classici e il nostro e questa distanza va segnalata, non accorciata. Sono testi che vanno abitati come luoghi sconosciuti. L’attualizzazione, credo, finisce per impoverirli, è un cucirsi i testi addosso su misura, e così facendo i testi perdono valore. Credo si debba rispettare lo spirito delle parole, e offrire l’idea del mistero che il testo contiene. Penso che, in un caso come questo, il compito dell’attore sia offrire agli occhi del pubblico anche il disagio di abitare un tale mistero”.
Il messaggio che Lagi e Collella hanno voluto trasmettere è particolarmente incisivo, l’animalità caratterizza molti comportamenti dell’uomo.
“Il nostro è il tentativo di raccontare un mistero - hanno aggiunto i due uomini di teatro - ”. Lucio, nelle sembianze e nelle vesti di un umile animale, continuamente maltrattato e bastonato, comprende l’essenza dell’essere uomo, comprende gli uomini nel loro agire.
Colella tiene ad evidenziare “il lavoro di squadra, collettivo” del gruppo teatrale. Oltre a Francesco Lagi  ci sono le scene e i costumi di Margherita Baldoni e la partitura musicale scritta per l’occasione da Giuseppe D’Amato e Linz.
Umberto Eco si è detto entusiasta dello spettacolo e del modo di veicolare i  classici nel presente. Non si può non concordare col grande scrittore, Collella e Lagi hanno saputo offrire uno spettacolo in cui mistero, magia, amore, animalità, bestialità rappresentano la condizione dell’uomo, ne costituiscono il paradigma, hanno fatto una riflessione attualissima sulla precaria identità dell'uomo, hanno reso vivo un  messaggio culturale di alto profilo."

FRANCESCO COLELLA AL POLITEAMA DI CATANZARO

Francesco Colella torna a Catanzaro per la prima volta da attore professionista con L'ASINO D'ORO (Apuleio).

UN PROGETTO DI FRANCESCO COLELLA E FRANCESCO LAGI.
SCENOGRAFIA E COSTUMI DI MARGHERITA BALDONI.

Un uomo si ritrova trasformato in un asino.
Perde all'improvviso tutto ciò che si era conquistato in una vita, la postura, la dignita', soprattutto perde la parola.
Solo mangiando delle rose potra' tornare uomo.
E da qui cominciano le sue disavventure.

Scritto nel II secolo dopo Cristo, L'asino d'oro, noto anche come "Metamorfosi", è un romanzo di formazione, un viaggio di conoscenza dall'eta' giovanile a quella adulta . Attraverso le peripezie del suo personaggio principale, Lucio, trasformato da un incantesimo in asino e poi ritornato uomo dopo molte avventure, l'autore racconta in un modo fra il fiabesco e il rapsodico, la presa di coscienza, il diventare "grande" e dunque consapevole di un ragazzo facilone e scapestrato. Oltre che la storia di Lucio, nel romanzo, come in una specie di Mille e una notte asinina, si intrecciano anche altre storie d'amore, di morte, di punizione, di vizio e sregolatezza. Un romanzo sulla vita, insomma, che come da tradizione , gioca sui rapporti fra gli dei e gli uomini, fra il mondo animale e quello umano.

Botteghino Teatro Politeama 
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